Sasso S. Zenobi e Sasso della Mantesca


  • Durata: 60 minuti circa
  • Partenza: Sasso S. Zenobio
  • Arrivo: Sasso della Maltesca
A qualche chilometro da Piancaldoli, lungo la strada Provinciale che porta al Passo della Raticosa, si trova il Sasso di San Zenobio, una roccia ofiolitica dal colore scuro con riflessi verde grigio e venature ruggine.

A circa 3 chilometri da esso, lungo il versante che fa da spartiacque ai Fiumi Sillaro e Idice, in direzione Ospedaletto, su quella che una recente ipotesi storica vorrebbe fosse l’antica Via Flaminia Minor, si trova il Sasso della Mantesca, dai riflessi bianchi e blu.

Una leggenda popolare lega tra loro l’origine e i destini dei due Sassi: secondo questo racconto in una mattina soleggiata, San Zenobio, Vescovo della Diocesi Fiorentina nel IV secolo d.C., incontrò il Diavolo nei pressi della località Ospedaletto, a circa un migliaio di metri dal Sasso della Maltesca. Subito egli, caricatosi in spalla un pesante masso, sfidò il Santo: avrebbe vinto chi dei due avesse portato il proprio masso più lontano. Zenobio accettò e partì con una roccia ancora più pesante. Ma il diavolo, dopo qualche metro, assai provato gettò stanco il sasso al suolo: il Sasso della Maltesca o Sasso del Diavolo, che per questo presenta una forma frantumata; San Zenobio, calmo e forte riuscì a condurre il suo sasso ancora più oltre e lo posò integro.

Le descrizioni degli itinerari forniti non sono particolarmente tecniche, vogliono essere un suggerimento e un aiuto e si consiglia l'integrazione con mappe specifiche dei sentieri della zona.